Abbiamo seguito tutti con ansia il drammatico confronto testa a testa tra Trump e Biden, giocato sul filo dei voti e dei veleni. Di tutte le innumerevoli infografiche che ho visto sui giornali e online, mi hanno colpito le mappe coropletiche degli Stati che mostrano le contee colorate in blu o rosso a seconda del partito che ha ottenuto più voti. Ecco ad esempio quelle del New York Times, o di Repubblica.it.
Prendiamo ad esempio il Michigan. Quasi tutte le contee sono colorate di rosso, tranne alcune zone blu. Ma guardate la tabella dei dati; è Biden che ha vinto lì! A prima vista, si potrebbe pensare che ci sia un errore. E invece no: i punti blu corrispondono alle città con la maggiore densità di popolazione, come Detroit e Ann Arbor.
La realtà è che nelle poche città densamente popolate la gente vota per i democratici, mentre nelle campagne e nei piccoli centri la gente vota per i repubblicani. Questo si è dimostrato un pattern ricorrente: infatti, la stessa cosa è successa in altri Stati come Nevada e Pennsylvania — e, tra l’altro, oggi vediamo dinamiche elettorali simili anche in Italia tra partiti di centro-sinistra e centro-destra.
Infografiche ingannevoli? Io non sono di questa idea. Nella loro logica binaria “o rosso o blu”, queste mappe comunicano invece in modo molto più potente questa particolare distribuzione dei voti. Perché in effetti questa loro apparente imprecisione deve essere un monito per tutti noi. Dobbiamo fare attenzione nell’interpretare le risposte dei sondaggi, indipendentemente da chi sia stato eletto Presidente. Queste mappe ci dicono che gli Stati Uniti sono una società divisa in due e i numeri superano i confini geografici: non ci sono più Stati “rossi” o “blu”, ma solo “centri” e “periferie”.
Donald Trump conosce molto bene il potere dei colori nelle mappe coropletiche. Nella sua controversa campagna del 2019, intitolata “Impeach this”, utilizzò una mappa animata che mostrava gli Stati Uniti quasi completamente rossi al 100%. Articoli di fact-checking come questo di CNN hanno poi dimostrato che la mappa di Trump non era accurata, ma il potere e la chiarezza del suo messaggio furono innegabili.
Tornando alle elezioni del 2020, l’articolo di Laura Bliss e Marie Patino su Bloomberg CityLab, intitolato in modo eloquente How to Spot Misleading Election Maps (“Come individuare mappe elettorali ingannevoli”), va più a fondo sulla questione. Suggerisco anche di leggere la recensione delle migliori mappe elettorali pubblicata da AnyChart.
Odio la frase “un’immagine vale più di mille parole”. Ma è innegabile come, in questo caso, queste mappe quasi interamente rosse possano raccontare ciò che sta accadendo negli Stati Uniti in un modo molto più oggettivo, efficace e facile da memorizzare di qualsiasi commento scritto potrebbe fare.