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Imparare a disimparare

Acquisire competenze è un gioco a somma zero: per imparare a fare cose nuove dobbiamo essere pronti a disimpararne di vecchie.

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Come fan di Neil Young, mi è sempre rimasto impresso un passaggio di una sua intervista al New Musical Express di tanti anni fa, che suonava più o meno così:

Sono come un dinosauro dalla coda enorme. Sono così grande che devo continuamente mangiare. E intorno a me non ci sono molti altri dinosauri, ma animali piccoli che si muovono molto velocemente: e io ho bisogno della loro energia per rimanere vivo. A volte penso di tagliarmi la coda, perché non riesco più a nutrirmi da solo.

Innovare, ripensarsi continuamente, rinunciare perfino a parti di sé per poter restare veloci e reattivi. Se ci pensiamo bene, questa frase del vecchio Neil non è nient’altro che una parafrasi del dilemma dell’innovatore. Al giorno d’oggi, se da un lato è richiesto un apprendimento continuo di fronte alle continue evoluzioni della società digitale, dall’altro è fondamentale saper disimparare, alleggerirci di quelle nozioni e abitudini che non hanno più aderenza all’attualità, per continuare a tenere il passo svelto dell’innovazione.

Unlearn è proprio il nome di un podcast molto interessante curato da Barry O’Reilly, da cui è stato tratto anche un libro, dedicato interamente alla pratica del disimparare.

E io cosa ho scelto di disimparare? Per esempio Adobe Flash, un software su cui anni fa investii davvero tanto in termini di tempo, e che per diversi anni mi garantì lavoro in forma di siti web e corsi di formazione. Oppure XSLT, un linguaggio che mi aprì le porte di un’esperienza professionale fondamentale in YOOX. Due tecnologie che oggi non esistono praticamente più, e se dovessi tornare a usarle non saprei più da che parte iniziare.

E vogliamo parlare della rivoluzione del mobile web? Jen Simmons, una delle figure più prominenti nel web design a livello mondiale, alcuni anni fa intitolò un suo talk “Everything You Know About Web Design Just Changed”: mai stato così vero. E sto solo parlando di competenze tecniche! Difficile quantificare, ma nel corso degli anni il numero di cose che ho disimparato forse equivale a quelle che ho imparato.

A differenza del cuore, la testa non ha al suo interno uno spazio illimitato. E col passare degli anni, questo spazio si restringe. Conoscere il passato, e venire da una storia di successo, non può giustificare l’”abbiamo sempre fatto così” di fronte alle nuove sfide. Bisogna fare tesoro della propria storia, perché non ci si inventa mai dal nulla, e solo grazie all’esperienza saremo in grado di selezionare quelle nuove competenze che non sono una “moda”, ma meritano davvero di essere acquisite. Ma dobbiamo anche saper “potare” le nostre competenze: perché solo così potremo continuare a farle fiorire.